Apr 2021
Un saluto a tutti i lettori è un piacere raccontarmi a voi.
Come Senior Vice President e come donna professionista nel settore IT ci tengo a portare il mio personale contributo ed esperienza nella valorizzazione ed aggiornamento delle skills.
Tenersi al passo con l’innovazione ci permette di essere sempre aderenti e reattivi alla richiesta del mercato. Di fatto è ciò che mi ripropongo di fare in TGTMC e che ho costantemente applicato durante tutta la mia vita professionale e non.
Trovo indispensabile l’attuazione dei processi di riqualificazione professionale: andrebbero affrontati più frequentemente e con maggiore coscienza critica.
Tornando a me:
Sono nata nell’anno in cui Olivetti inventò La Programma 101. Ho studiato diverse lingue e dattilografia.
Skills che mi hanno permesso di trovare i primi lavori da studentessa.
Il mio primo impiego serio è stato in IBM: per i più tecnici, progetto Silver Lake (il lancio dell’As400). Faticai ad apprendere come gestire quelle malefiche stampanti a rullo, i terminali di posta elettronica e soprattutto, come realizzare le presentazioni strategiche per lavagne luminose. Dopo un rifiuto alla mia richiesta di poter accedere al corso base per diventare una venditrice, decisi di cambiare azienda.
A seguito di un colloquio molto particolare per testare le mie competenze e la mia capacità di adattamento, la Computer Associates mi assunse.
Imparai.
Avrei dovuto passare tanto tempo da sola come venditrice. Iniziò così la mia carriera da venditrice di software.
Allora le aziende erano assolutamente coscienti che la formazione costante dei propri dipendenti ne avrebbe consentito l’evoluzione, in linea con la Visione strategica adottata.
Feci carriera perché sapevo come usare gli strumenti tecnologici per esporre le mie strategie di vendita, per analizzare le prestazioni dei miei collaboratori e le opportunità dei miei clienti. Un vantaggio rispetto ai colleghi, ancorati alla volontà di non condividere informazioni per mantenere il potere della relazione con i clienti.
“Imparai in quel periodo che la tecnologia andava compresa a strati e che tutti gli strati andavano conosciuti nel dettaglio. Dovevamo semplificare per consentire l’adozione delle soluzioni.”
Creare ed orchestrare l’azienda attraverso la capacità di fare presentazioni in più lingue, analizzare dati e motivare le persone a vedere l’obiettivo, arricchita da tanta curiosità e determinazione, credo siano state le skills che mi hanno consentito di ricoprire ruoli apicali a livello nazionale ed internazionale.
Le aziende per cui ho lavorato, in particolare BMC Software, hanno avuto il merito di guidare la trasformazione aziendale interna attraverso la formazione costante lifelong learning, dei propri dipendenti e clienti. Chi ha saputo cogliere queste opportunità, ancora oggi può considerarsi in linea con le aspettative del mercato.
Fu quando le grandi aziende di consulenza consigliarono di licenziare anziché riqualificare che la formazione perse il suo ruolo centrale nei processi aziendali.
Il processo di R&d interno è stato rapidamente sostituito dalla ricerca di professionisti giovani e iperspecializzati e dall’adozione di tecnologie spesso nate per “intuizione”, creando uno scollamento tra il mondo del lavoro e della formazione scolastica, inadeguata a rincorrere l’innovazione tecnologica.
Ancora oggi mi occupo di comprendere tecnologie innovative e di orchestrare le risorse umane del nostro network creando un ponte tra quello che il mercato richiede e quello che i professionisti possono offrire per creare valore nel nostro settore.
Mi permette di creare un’organizzazione virtuale in cui far sentire i nostri professionisti e le aziende del network parte integrante di un’azienda in evoluzione, in cui formazione e risultati vanno di pari passo.
Un’azienda che cerca di fornire una visione in cui riconoscersi. Vogliamo indicare le skills utili al raggiungimento degli obbiettivi economici che soddisfino sia i consulenti di vendita che le aziende. Vogliamo dedicare particolare attenzione al mondo dell’occupazione femminile che sta vivendo un duro contraccolpo e contrazione.
Se non ti sorrido io, sorridimi tu – un invito ad andare verso le persone e poi …
ricordati che sai cantare anche da sola.
Per i venditori, consulenti, è indispensabile attuare strategie di social selling.
Costruire un network professionale credibile richiede un forte investimento in competenze e tecniche, a partire da come scrivere il proprio CV e superare il primo filtro creato da intelligenza artificiale e chat bot.
Per le startup e PMI innovative invece è indispensabile avviare processi di analisi critica che consentano una revisione costante della strategia iniziale, in funzione della visione e in base ai risultati ottenuti ed auspicati.
Formazione, capacità adattiva e competenze trasversali possono fare la differenza per ottenere un successo significativo. Troppo spesso incontriamo Fondatori innamorati dell’idea e del prototipo tecnologico, ma impreparati a rispondere alle domande base: a chi vendi? il cliente cosa dice? Il piano finanziario include piani di marketing e vendita? Mai pensato di avere uno Scrum Master?
Ci sarà sempre meno lavoro per come lo immaginiamo ora. Il divario tra domanda e offerta, secondo me, crescerà. C’è uno scollamento che deve trovare una forma di incontro nuova. Capire quali skills possano servire e, soprattutto, avviare un processo di reskilling per riqualificarsi. Sicuramente consiglierei lo studio del coding e dei principi di finanza.
Sono passati 55 anni da quando sono nata e di quelle tecnologie poche sono sopravvissute. Leggere, studiare e reinventarsi senza paura. Consiglio di avvicinarsi a tematiche come la blockchain, l’intelligenza artificiale applicate a qualunque mondo vi possa interessare. Se proprio le tecnologie non vi appassionano più, non abbiate paura di apprendere un lavoro manuale.
Suggerimento: fate una ricerca su Indeed o Linkedin oppure qualche rivista come Forbes che hanno articoli dedicati ai lavori più richiesti.
Aggiungerei anche upskilling, lo sviluppo di competenze aggiuntive che aiutano a rendere una persona più efficace e qualificata nel suo ruolo attuale: ad esempio uno sviluppatore di software che apprende un linguaggio di codifica nuovo.
Il reskilling indica lo sviluppo di abilità significativamente differenti per far sì che una persona sia in grado di ricoprire un ruolo diverso. Ad esempio, riqualificare una persona esperta di marketing in UX Designer, cioè colui che si occupa principalmente di costruire un’esperienza positiva per l’utente finale analizzando i comportamenti degli utenti e progettando prodotti a “misura d’uomo”, diventando così l’anello di congiunzione tra i bisogni dell’azienda e quelli dell’utente.
Credo che uno dei processi più importanti di reskilling sia quello di sviluppare competenze di gestione amministrativa e finanziaria personali. Diventare sempre più imprenditore di sé stessi e sempre meno dipendente a tempo indeterminato.
A chi me lo chiede consiglio spesso di googlare “nuovi lavori ben pagati” e curiosare tra i più ricercati. È un ottimo esercizio di aggiornamento, sfido a comprendere cosa faccia ad esempio un “growth haker”, un Broadband Architect o un Plant Manager e come adattare il proprio percorso di formazione per ricoprire nuovi ruoli.
Inoltre, raccomando fortemente un processo di autovalutazione che consenta di identificare le competenze utili a creare le basi per nuove opportunità e colmare gap formativi.
Essere in grado di anticipare e convivere con il cambiamento sarà la skill più utile per tutti.